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Intervista alla scrittrice e poetessa Adriana Pedicini

1) Adriana, benvenuta! Parlaci un po’ di te, innanzitutto, come persona. Chi è Adriana Pedicini? Qual è la tua caratteristica distintiva?


Ciao, Daisy. Sono una docente di liceo in pensione, ma non tanto dal momento che non ho lasciato i miei cari studi, seguo i nipoti alunni liceali e ho ancora contati con gli ex alunni ormai professionisti.

2) Una tua peculiarità a livello caratteriale?

Mi dicono che sono tenace, se mi impegno in qualcosa resisto a qualunque difficoltà pur di portarla a termine.. ma ciò si vede anche nei fatti personali legati alla salute. Sarei dovuta morire già tante volte di paura e sgomento per dei mali contro cui lotto e a cui non permetto di bloccare la mia vita. Finché ciò sarà possibile.

3) Sei un esempio di coraggio. Complimenti!

Beh.. il coraggio non è una conquista facile, ma è l'unico modo per sopravvivere a certe situazioni. S'impara anche ad essere coraggiosi.

4) Cosa ci dici, invece, di te come autrice? Quando e come è avvenuto il tuo incontro con la scrittura?

Un'altra mia caratteristica, dote se vuoi, ma anche fonte di sofferenza, è la capacità di osservare sia il mondo interiore, sia quello che capita all'esterno. Pertanto il mio incontro con la scrittura è stato innanzitutto un incontro con me stessa per sondare e leggere tutto ciò che dentro mi "ruggiva". Poi c'è stato l'incontro con la memoria, quando, dopo la morte di mia madre, ero ancora una ragazza, ho avvertito la necessita di raccontare, quasi a voler fermare il tempo o per paura che il tempo affievolisse la memoria. Nacquero così i primi racconti, confluiti dopo moltissimi anni nel mio primo libro di narrativa, I luoghi della memoria. Poi sono tornata alla poesia per accompagnare il mio cammino nella malattia con il libro Sazia di luce e infine, poiché tutto ha un termine, dunque anche la vita, mi sono ostinata a cercare il senso di questo nostro esistere, nel libro Il fiume di Eraclito, avendo più tempo a disposizione, grazie alla cessazione della professione. Questa silloge poetica è la mia ultima raccolta, dal momento che la silloge inedita giace nel cassetto in attesa di un buon editore.

5) Parliamo ora della silloge. Innanzitutto, come è nata e perché questo titolo?

Come dicevo il bisogno di inseguire risposte che purtroppo non vengono, nonostante l'incalzare delle domande sulla nostra esistenza. Ciò però non elimina, anzi rende ancor più evidente la precarietà della vita, nonché la brevità, e il fatto che tutto proceda, scorra come un fiume, sicché possiamo solo attingere dei moniti, i perché ci sfuggono, e un monito fondamentale sicuramente è quello a non sprecare il tempo, a vivere ogni giorno intensamente, perché il tempo non ritorna indietro, a dare valore solo a ciò che merita. Insomma a elevare il tenore morale e spirituale della nostra esistenza

6) La silloge, infatti, affronta temi di spessore quali: la sofferenza come strumento di elevazione, vivere come atto imposto, l’angoscia esistenziale che ne deriva e anche l’atteggiamento verso la morte. Vuoi accennarci qualcos'altro, in merito?

Beh, come dicevo, la vita è un fascinoso mistero e nelle poesie ne esamino gli aspetti che pur se partono da occasioni di riflessione personale, credo siano di interesse universale, giacché la poesia parla sempre a tutti, quando non sia espressamente autobiografica. Pertanto se le occasioni del fare poesia possono essere personali, lo sviluppo della materia poetica assume i contorni della universalità. Infine ognuno che legga può aggiungere o togliere alla mia sensibilità elementi propri del lettore.

7) La poesia come linguaggio universale... ma, se fossi costretta a scegliere fra prosa e poesia, Adriana, come mezzi d'espressione, quale sceglieresti?

8) Ti risponderò citando la poesia introduttiva che sintetizza quello che ho detto: Istantanee di vita/ a fermare il tempo/amore della vita/che lenta scivola nel rimpianto/timore della morte/ e nessun rimedio per fermarla/. Crogiolo di mille domande/sulle ali di una farfalla. E aggiungo: Mi affascina di più la poesia per la caratteristica che le è propria, la rapidità dell'intuizione e la personalità del linguaggio poetico. Mi diverte comunque narrare, perché mi appassiona soprattutto la narrazione che attiene all'indagine psicologica e alla caratterizzazione di ambienti, tempi ecc.

9)I tuoi sono scritti antropocentrici, quindi, caratterizzati da una forte componente introspettiva.

Credo sia dovuto a una mia predisposizione che ha avuto la sua linfa dagli studi classici, che ho amato e che amo, fonte inesauribile di formazione e affinamento della sensibilità. Poi, avendo per circa 40 anni insegnato ciò, non me la tolgo più di dosso questa patina. E dire che c'è qualche presunto lettore colto, non dico critico, che disapprova il tono forse alquanto elevato dello scrivere, non dico retorico, perché la congerie di autori e libri che imperversano oggi scrive come parla. Orrido! Per carità ognuno è libero... però non diciamo che è letteratura. Inoltre, l'arroganza e la presunzione sono all'ordine del giorno. La poesia, come in genere la letteratura, è umile.

10) Ne sono pienamente convinta. L'arte in sé è pura e la sua stessa purezza dovrebbe caratterizzare gli artisti.

Forse non è il caso di entrare in un campo minato quale quello degli artisti autentici, o creati a tavolino per meri fini economici, spalleggiati da case editrici o uomini potenti che ne spianano la strada... Preferisco stare nel mio angolino e essere indenne dal vizio del clientelismo che deturpa anche il mondo dell'arte in genere. Leggevo di robaccia pubblicata da una storica e nobile casa editrice. Non c'è più religione? Aggiungo solo questo: si sente la mancanza di critici seri e preparati. Qualcuno se ne sta nel suo privato e capisco anche il perché.

12) C'è qualcos'altro che vorresti aggiungere a questa intervista, Adriana?

Credo di no. Chi volesse ancora sapere può cercarmi su Google o Youtube. Chi volesse dei libri può benissimo chiedermeli in privato o scrivendo alle case editrici. Forse solo un'ultima cosa. Durante il lockdown ho guidato, davvero con tenacia, un gruppo di 6 autori compresa me, ed è nato un romanzo, Il tempo sospeso, Edizioni Mnamon , che è reperibile su Amazon e gli altri store on line.

13) Bene, quindi, insieme alla silloge di poesie Il fiume di Eraclito, segnaliamo anche il romanzo Il tempo sospeso di Adriana Pedicini. Vuoi citare gli altri autori de Il tempo sospeso, Adriana?

Certo, molto volentieri! Graziella Bergantino, Giuliana Caputo, Giovanna Reveruzzi, Lidia Santoro, Giulio Miele e ovviamente la sottoscritta. Scrivere Il tempo sospeso è stato un modo per non rendere del tutto infruttuoso quel periodo davvero pesante. Tra l'altro è contestualizzato con il periodo e la protagonista coglie il pretesto della quarantena per abbandonare la famiglia e tornare al suo paese d'origine per rifarsi una vita. Ma dopo un travaglio interiore tremendo e deludenti esperienze, ritorna, con una nuova prospettiva di vita e maggiore maturità, alla casa dove l'aspettano marito e figlio.

14) Molto interessante, come tutti gli argomenti che hai affrontato nel corso di questa intervista. Grazie, Adriana, è stato un piacere e un onore parlare con te.


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