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"IL LADRO DI FIORI" DI PAOLO BOCCACCI



Siamo la somma dei nostri passi lungo le strade della vita, delle nostre scelte, del nostro passato che, quando è un intreccio di emozioni e passaggi cruciali di un’epoca, si radica con autentica forza in noi, lasciandoci in eredità tracce indelebili.

Del resto, come scrive Paolo Boccacci, “Il ricordo è l’unica possibilità di non perdersi nel caos”. Lo sa bene Marcello protagonista di questo romanzo, intessuto di flashback che ci offrono uno spaccato del Belpaese, dai fermenti rivoluzionari del Sessantotto al terrore degli anni di piombo.

La storia di Marcello è una storia fatta di ideali giovanili, di condivisione, di amicizia, di amori, illusioni e delusioni. Una storia corale, quella di una generazione in cui si viveva molto insieme, si scendeva nelle piazze a manifestare, esistevano le grandi compagnie e l’amicizia aveva un sapore intenso.

Giunto all’età di cinquant’anni, il protagonista compie il suo viaggio a ritroso nel tempo, lamentandosi, come spesso accade, di non riuscire a rivivere le emozioni legate alle sue memorie giovanili, ma solo a rievocarne le immagini, contenute nelle “scatole della memoria”.

Particolarmente struggenti sono gli eventi legati all'adolescenza di Marcello, quando la felicità “era un’aria una speranza”, da respirare a pieni polmoni, grazie a una disposizione d’animo serena e spensierata che il trascorrere degli anni, la maturità con le sue responsabilità, finirà inesorabilmente per cancellare.

“Siamo stati affondati dalla vita come il Titanic” considera il protagonista riferendosi al suo amore di gioventù, divenuto poi sua moglie e la madre dei suoi figli, e ripercorrendo le tappe dei loro 22 anni di matrimonio: i sacrifici, la nascita di un figlio, l’adozione e tanto altro ancora.

“Il ladro dei fiori” ha una particolarità: è un romanzo basato su un punto di vista (pov) multiplo che inizialmente può disorientare il lettore non avvezzo a questa tecnica narrativa: i personaggi che popolano la storia di Marcello, evocati e rievocati dal protagonista, assumono vita propria all'improvviso parlando in prima persona e contribuendo allo svolgimento e alla stesura della trama, dal loro personale punto di vista. Il pov multiplo è quindi occasione di arricchimento e varietà, e si somma, fra l’altro, a una prosa dallo stile impeccabile e a un ritmo narrativo rapido e coinvolgente.

Il finale spiazza mostrandoci come qualsiasi evento della vita, anche il più tragico, possa essere vissuto da attori protagonisti, anziché da semplici vittime, ribaltandone la lettura, con un pizzico di giovanile e sana follia che sparigli le carte in tavola restituendoci, a prescindere da tutto, il gusto di sorridere.

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