Recensione a "Il Sonno Eterno degli Spiriti", di Simone Martino
"Il Sonno Eterno degli Spiriti", libro dal titolo suggestivo e terza fatica letteraria del trentacinquenne palermitano Simone Martino, ha come tema centrale una storia realmente accaduta. Maria Rosa Leonardi, all'età di soli due anni, viene strappata da una broncopolmonite all'affetto dei suoi cari, nel lontano 1920. Per renderla eterna i genitori decidono di procedere alla mummificazione del cadavere che affidano a un loro amico: Alberto Solavia, noto anche Oltreoceano per questa sua tecnica. Grazie alla sua perizia, "La bella addormentata di Palermo" è tuttora ammirabile in uno stato di conservazione che la rende la più bella mummia del mondo. La si può visitare nelle celebri catacombe dei Cappuccini, che ospitano tanti altri cadaveri mummificati, testimoni del loro tempo. Il resto della storia non ve lo racconterò per non togliervi il gusto della lettura, ma sappiate che il suo caso è salito agli onori delle cronache ed è stato oggetto di numerosi documentari e, proprio da questo, il palermitano Simone Martino ha tratto spunto per dare vita al suo nuovo romanzo. In esso, alla ricostruzione storica si abbina la componente magica, misteriosa. Non a caso, quest'opera si intitola "Il Sonno Eterno degli Spiriti". La narrazione per buona parte viene affidata alla voce di Anna, domestica della famiglia Leonardi o, per meglio dire, alle pagine del suo diario, tramite le quali il lettore si ritrova catapultato nella Palermo della fine dell'Ottocento e dei primi due decenni del Novecento, con le sue botteghe artigianali, i suoi piatti tipici, le sue usanze desuete, nonché i costumi ormai superati: le famiglie intente a vegliare sul comportamento dei fidanzatini che non venivano mai lasciati da soli; le donne che compiono il grande passo tutte da giovanissime. Per poi ritrovarsi, a un certo punto della narrazione, nella Palermo odierna, ben diversa da quella di un tempo, nella quale si veste diversamente, ci sposta con mezzi molto più evoluti e fra moglie e marito il senso del pudore è un ricordo lontano. Da sottolineare la scelta di Martino di affidare buona parte della narrazione al diario di Anna, persona semplice, perché, come scrive l'autore nella premessa, riportando il pensiero di suo padre, "spesso le persone semplici sono il mezzo più usato dal Creatore per portare alla luce eventi nascosti e colmi di mistero." Proprio intorno alla figura, frutto di fantasia, di questa donna di umili origini, la cui sfortunata vita viene segnata da sacrifici, eventi luttuosi e violenze, si snoda l'intera trama del romanzo. Anna si distingue per la sua semplicità, bontà, forza di carattere, indipendenza di pensiero e dedizione al lavoro, mostrando, come osserva l'autore, che nessuna vita, nemmeno quella più apparentemente "sprecata", è vana. A Simone Martino va, fra gli altri, il merito di essere il primo in assoluto ad aver scritto un romanzo sulla "Bella Addormentata delle Catacombe di Palermo", mischiando ricostruzione storica e fantasia, personaggi realmente vissuti e partoriti dalla sua fervida immaginazione, soprannaturale e reale. Il risultato è un mix avvincente e riuscito che fa leva su uno stile essenziale e scorrevole, così scorrevole che praticamente lo si divora, aiutati in questo anche dalla narrazione che si offre al lettore sotto forma di diario. Grazie a questo espediente stilistico, i fatti narrati guadagnano in immediatezza e Anna, autrice delle memorie, con le sue parole semplici e la sua vivace esposizione dei fatti, riesce a conquistare il lettore trascinandolo direttamente in una storia che aspettava solo di essere narrata con tatto e abilità. Proprio come Simone Martino ha saputo fare, cimentandosi in un compito non facile.