"UN ANGELO DIGITALE" di Stefano Gelati
Siamo nella Milano del 2031, il cinquantaduenne Stefano Baroni imprenditore del settore Information Technology, è un padre e un marito splendido, oltre a essere decisamente realizzato sotto il profilo professionale. In più, il potere non l’ha corrotto, è moralmente integro, in controtendenza rispetto a una società in pieno degrado.
Per lui tutto sembra procedere per il meglio fino a quando una malattia incurabile non cancella la sua esistenza nel mondo fisico. Questa precisazione che potrebbe apparire superflua, in realtà non lo è affatto. Infatti, Stefano, nella sua versione virtuale, a meno che non scelga di autodistruggersi, continuerà a esistere, dopo il suo decesso.
Nelle pagine di questo thriller tecnologico e futuristico, prende forma sotto gli occhi attenti del lettore una vera e propria lotta fra il Bene, impersonato da Stefano Baroni nella sua versione digitale, e il Male, personificato da Valerio Stucchi, che, alla morte di Stefano, gli subentra nella posizione di direttore della New Age SPA. Ma non solo. Tanti sono gli obiettivi contro i quali la versione digitale di Baroni ha in programma di scagliarsi, con l’appoggio di una variegata squadra di fedelissimi, gli Omega Dogs, ben assortita e altamente motivata. “Omega”, perché si oppongono alla spietata arroganza degli Alfa, incontrastati dominatori del mondo.
La narrazione è impreziosita da frequenti riferimenti al mondo cinematografico e musicale, alla letteratura, alla storia, alla fisica, alla matematica, insomma l’attenzione del lettore viene costantemente mantenuta desta.
Del resto, Un Angelo Digitale non è una lettura per pigri, obbliga i neuroni a un lavorio incessante e rappresenta una vera e propria piacevole sfida per quanti non posseggano approfondite conoscenze di informatica e nuove tecnologie.
Va precisato che l’autore non abbandona mai i suoi lettori meno ferrati in questi settori, li assiste con note esplicative, e il loro sforzo di comprensione, quando c’è, viene ampiamente ripagato da una trama avvincente e molto ben strutturata.
Un Angelo Digitale non è solo un thriller di buon livello, ma si distingue perché offre spunti di riflessione sul valore ultimo della morte, sull’immortalità e le sue conseguenze, sul progresso scientifico come arma a doppio taglio, sui legami familiari che sopravvivono oltre il piano fisico, sull’etica molto discutibile di certe corporazioni, su una società allo sbando, in cui “l’intelligenza, la fantasia e la genialità possono essere oscurate dalla prepotenza e dall’astuzia”.
I personaggi principali sono stupendamente caratterizzati: nessuno di loro è scialbo, non esistono tiepide vie di mezzo. I loro pregi e difetti sono spinti agli estremi, per questo non lasciano indifferente chi legge.
Alcuni aspetti sono stati lasciati in sospeso: come procederà la vita dei familiari di Stefano Baroni? Perché la maggior parte degli Omega Dogs, dopo essere stata minuziosamente descritta con tanto di scheletri nell’armadio, non ha partecipato attivamente alla trama? Contro chi altri combatterà Stefano, nella sua lotta contro il Male? Il protagonista si rivelerà mai ai suoi cari, come sembrava che sarebbe, prima o poi, avvenuto?
Ebbene, la storia di Stefano Baroni non finirà qui e sono pronta a scommettere che, date le ottime premesse, i suoi lettori attenderanno con ansia il seguito.
Il finale è davvero commovente: ci mostra come nel protagonista l’istinto di protezione nei confronti di chi ama non viene mai meno, nemmeno nella sua versione digitale, nemmeno dopo la morte fisica.
Altro non voglio aggiungere, perché questo libro merita davvero di essere letto.
L’AUTORE SI PRESENTA
A detta di mia madre, quando avevo tre anni già leggevo e scrivevo. Non ho ricordi, nemmeno vaghi, di quell’età, ma una cosa è certa: non ho più smesso.
Nel frattempo sono cresciuto, ho fatto a cazzotti con la società, ho smesso ingegneria per iniziare a lavorare, mi sono sposato, ho divorziato (per fortuna senza avere figli), e, verso i quarant’anni, mi sono dedicato a passioni artistiche: corsi di scrittura narrativa e poetica, gruppi di lettura, tre diverse compagnie teatrali, tango.
Poi mi è venuto il Parkinson, che mi ha dato una bruciante visione della mia provvisorietà.
Suppongo che sia per questo motivo che ho iniziato a raccogliere ciò che avevo scritto e che
scrivevo. Ho autopubblicato:
• “Domenica delle Palme” silloge, 2017
• “Nebbia” romanzo, 2018
• “Nascosto tra una pagina dispari e una pari” silloge, 2019
• Questa saga, tra il 2020 e il 2021
Nel frattempo ho fatto parte di un gruppo di poeti da palcoscenico, e ho avviato un podcast in tema sociale e antropologico, “Karesansui”.
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