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Intervista all'autrice Maria Rosa Bellezza


Oggi il mio spazio intervista è dedicato a un'autrice napoletana e al suo romanzo d'esordio, intenso e originale, "LE LESIONI DELL'ANIMA", edito da Homo Scrivens.

Il suo titolo ha suscitato in me una curiosità immediata. L'ho trovato lirico ed evocativo. Per questo ho scelto di inaugurare questa intervista con una domanda che lo riguarda.


1) Innanzitutto, piacere, Maria Rosa, e benvenuta. Un titolo così d'impatto come quello del tuo libro farebbe pensare a una storia di sofferenza... ma è proprio così? Che ruolo ha il dolore in questa tua opera? Buongiorno Daisy, il piacere è mio, grazie per l'accoglienza. Il titolo del romanzo evoca un particolare stato d'animo, che diventa anche sensazione fisica, di struggimento per qualcosa che si è perso e che si crede che possa non tornare più. È riferito, in particolare, nel contesto del romanzo alle facoltà medianiche di Mizio, il protagonista maschile, che reca conforto alle persone che hanno subito la perdita di un loro caro mettendole in contatto con le anime dei defunti o con i loro spiriti guida. Un dolore inevitabile, che fa parte del ciclo della vita, ma che può essere lenito amando ancora di più la vita stessa, aprendo il nostro cuore al bello. 2) Il tuo è un romanzo di formazione, intriso d'amore e "diversità". Ada e Mizio, i due protagonisti, sono entrambi dei "diversi" che riusciranno a dare, almeno per un periodo, a dare una collocazione nelle loro vite a tale condizione proprio grazie all'amore che li lega. Vuoi parlarci di questo aspetto? Ada diventa sorda e deve imparare a compensare la perdita dell'udito ampliando gli altri sensi ordinari. Mizio ha un senso in più, che definiamo paranormale, che lo confonde e lo fa sentire un diverso. Entrambi devono scoprire qual è il loro posto nel mondo. All'inizio del romanzo si illudono che il sentimento d'amore che nasce tra loro possa aiutarli ad affrontare le difficoltà che vivono; invece sono costretti dalle circostanze a separarsi, devono crescere e maturare seguendo strade solitarie. Solo quando imparano ad accettare la propria diversità senza appoggiarsi ad altri, si ritrovano e il loro amore può finalmente essere vissuto. L'amore, secondo me, è salvifico, ma solo quando - prima di essere amore per l'altro - è amore per se stessi. 3) Sono delle anime affini e il loro amore, per certi versi, si muove su un piano elevato, soprannaturale. Vuoi spiegarci, nello specifico, cosa comporta questa sua caratteristica? Ada e Mizio sono anime karmiche, si incontrano in ogni loro reincarnazione per dare vita all'amore soprannaturale che li lega. Anche quando vivono separatamente, loro si "sentono", si incontrano in piani paralleli dell'esistenza, in mondi onirici. Si evocano, si sostengono da lontano. Ada, la parte razionale di questo nucleo d'amore, crede che i suoi siano semplici pensieri, ricordi, ma Mizio, che è il lato animico e spirituale della coppia, sa che ogni pensiero di Ada è una vibrazione che la donna emana per ricongiungersi a lui. E risponde sempre alla chiamata della sua metà, della sua parte perduta. Questa connessione li fa entrare in un flusso di eventi che rende magico ogni loro incontro. 4) Un ruolo di notevole importanza, nel tuo libro, è rivestito dal paranormale. Tu, Rosa, provieni da una famiglia speciale in questo senso, ma sei anche un avvocato e, come tale, immagino, una persona molto razionale. Ti sei mai sentita in conflitto con te stessa? Molto bella questa domanda. La risposta è sì, sono ancora oggi in forte conflitto con me stessa. Sono stata l'adolescente che ha sognato di mettere lo zaino in spalla e partire senza meta e senza voltarmi indietro, e ho finito per essere una donna che ha cercato di assecondare tutte le aspettative che gli altri avevano riposto in me. Se c'è una cosa che mi accomuna al mio personaggio femminile è il cruccio di essere molto nel mentale, immersa nel razionale, di non sapermi abbandonare alle emozioni. Sopperisco a questo conflitto con l'approfondimento del lato spirituale del cammino dell'essere umano, che amplia la visione etica, ma talvolta troppo dogmatica, della mia personalità. 5) Nella vita si possono commettere degli errori delegando scelte che dovrebbero essere solo proprie agli altri, come ha fatto Ada. Senza scendere troppo nel personale, qualcosa di simile è capitato anche a te? Come dicevo prima, sì, mi è accaduto. In particolare la scelta dell'università. Amo molto il mio lavoro, mi è comunque congeniale essere d'aiuto agli altri, prestare la mia voce per aiutare le persone più deboli a combattere per i propri diritti e rivendicazioni. Mi resta, tuttavia, un desiderio sospeso, che è quello di vivere solo tra libri, scritti e parole. 6) Ogni libro contiene un messaggio che l'autore lancia in maniera più o meno consapevole ai suoi lettori. Qual è il tuo e a chi è rivolto, in particolare? Lancio un messaggio universale, di amore e di speranza. Chiedo a tutti di aprire il cuore e accorgersi dell'invisibile che ci rende forti e speciali. Oggi il tema della disabilità e della diversità è molto sentito, tempi nuovi, mentalità di rottura si stanno facendo strada nella coscienza delle nuove generazioni. Penso anche al movimento LGBTQ e alla rivendicazione del concetto di persona spogliato da ogni connotazione di orientamento sessuale. E a fare da pesante contrappeso a questa mentalità di apertura troviamo il bullismo, la violenza di genere, il regime talebano. Ecco, auspico un'umanità che sappia guardarsi negli occhi e che veda l'anima che è dentro il corpo, e non il corpo che limita e confina l'anima. 7) Per finire, qual è il tuo rapporto con Napoli, la tua città, quella in cui è ambientato il tuo romanzo? Definiscilo con un aggettivo e spiega il perché della tua scelta. Simbiotico. Non sarei quella che sono se non fossi napoletana. E non vorrei essere altro.

Grazie per la bellissima intervista.

Grazie a te, Maria Rosa, per aver partecipato: è stato un piacere.

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