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"Noi separati" di Daniela Biancotto

In questa opera, almeno parzialmente autobiografica, comunque ispirata alla sua vita, Daniela Biancotto non esita a mettersi a nudo mostrandosi in tutta la sua vulnerabilità e umanità.

Il risultato è una narrazione fresca, scorrevole, autentica, che si espande quasi in forma diaristica. Un fiume in piena di emozioni e considerazioni che, proprio perché spontanee, non possono che essere autentiche, tanto che e a volte non badano nemmeno allo stile, alla sua omogeneità.

L’autrice riesce a rendere molto bene la sofferenza di chi dopo tanti anni di vita coniugale si ritrova solo, privo di un minimo di calore umano e delle abitudini a lungo condivise con il partner.

Daniela individua con lucida razionalità i possibili appigli in una situazione critica come questa: le amiche di sempre e quelle nuove, le colleghe, i suoi adorabili quattro zampe, la fede, i gruppi di auto aiuto per separati.

Eppure in alcuni momenti lo scoraggiamento prevale e lo spettro della depressione avanza togliendole la voglia e la forza di ricominciare. È allora che vivere si tramuta in un penoso esistere e l’esistenza in una straziante agonia.

È allora che si vorrebbe tornare indietro, cancellare la decisione di separarsi, come se fosse possibile accontentarsi ancora di un’esigua parvenza d’amore che amore non è più e che, in certi momenti, si dubita che lo sia mai stato. Tante volte, ripetendosi, nel corso della narrazione, Daniela cede al richiamo quasi ipnotico del passato rimpiangendo un legame già in crisi da tempo e dipingendolo, n