top of page

"Dietro anime d'inchiostro" di Marco Chiaravalle

“Dietro anime d’inchiostro” di Marco Chiaravalle è un libro in bilico fra dimensioni e piani temporali diversi, nel quale sogno e realtà si confondono, ma c’è anche molta realtà nel sogno.

L’autore ce ne dà dimostrazione quando sottolinea certe magagne del mondo dell’editoria e la vanagloria di sedicenti scrittori che come novelli narcisi si innamorano della loro immagine riflessa. In questo modo la scrittura anziché veicolare significati e valori diventa mera e sterile contemplazione di sé stessi. E ancora dà prova di essere ben calato nella realtà odierna quando ci mostra come di certi pregiudizi razziali inconsapevolmente siamo tutti vittime o ci parla del terremoto dell’Aquila e dell’inadempienze dello Stato italiano, dello sfruttamento della forza lavoro, della condizione dei rom.

Il libro ruota intorno al concetto dell’importanza di liberarsi dei fardelli del passato per sottrarre loro il potere di prendere in ostaggio le nostre vite, divorandole letteralmente con una furia cannibalica capace di azzerare i nostri domani.

Sia Alice che Marco, i due protagonisti di “Dietro Anime d’inchiostro”, caratterizzati entrambi da un animo sognatore, ne sono l’esempio.

Leggendo questo romanzo qualcuno potrà obiettare che prende spunto da temi già sfruttati, ma l’autore lo fa con tale verve e abilità da far passare in secondo piano tale aspetto.

Lo stile è brillante, la prosa scorrevole, il taglio originale e il finale sorprendente.

I personaggi sono credibili e grondano umana simpatia. Lo scrittore Marco Chiaravalle sceglie un autore in crisi creativa come personaggio del suo libro, dandogli il suo stesso nome e probabilmente il suo stesso carattere rendendolo umano con tutti i suoi pregi e i suoi difetti.

Alice, la protagonista femminile, ha una dolcezza e una sensibilità che la rendono un essere raro che a tratti ricorda la sognante protagonista de "Il favoloso mondo di Amélie", ma anche Luca ed Ettore non sono meno accattivanti con la loro esilarante concentrazione di difetti.

Il romanzo è molto ben scritto e il ritmo narrativo vivace ne fa una lettura godibilissima, mai noiosa, priva di tempi morti e lungaggini superflue.

Dulcis in fundo: Il finale, che rimescola tutte le carte, stimola il lettore a interrogarsi sulla storia e sui suoi possibili significati riconsiderando l’intera trama, ricomponendo i vari tasselli, per scegliere la versione che più lo aggrada.

Decisamente da leggere.


Search By Tags
bottom of page