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"La terrazza dei limoni" di Rebecca Rei


“La Terrazza del Limoni” è un libro che a livello di gradimento si articola in tre sezioni: una prima parte molto scorrevole, dolce ed intimistica; una parte centrale un po’ troppo schiava di un certo cliché, trito e ritrito, e infine una terza e ultima parte ricca di riflessioni che affronta tematiche molto attuali: le inevitabili contraddizioni e complicazioni delle famiglie allargate.

Il romanzo è ben scritto e l’uso della prima persona incoraggia il lettore a entrare nel cuore della narrazione identificandosi con la protagonista o comunque sviluppando un atteggiamento empatico nei suoi confronti. Non è difficile provare una simpatia istintiva per Amanda, ragazza intelligente e sensibile che ha perso prematuramente sia sua madre che l’adorata nonna, nel cui ricordo vive. Al centro della sua esistenza ha posto la famiglia composta dal padre e dal fratello Davide e sempre in nome della famiglia ha rinunciato alle sue vere aspirazioni rassegnandosi a lavorare nell’attività a conduzione familiare.

L’incontro con Marco risponde ai soliti cliché da romanzo rosa. All’inizio i due si detestano cordialmente e lui è il classico bel tenebroso, dagli atteggiamenti irritanti, con un misterioso passato alle spalle. Prevedibile anche il ruolo di Luisa, la cliente che frequenta assiduamente il ristorante di Amanda, nella vita della protagonista, e gli sviluppi della loro amicizia.

Insomma Rebecca Rei, sotto questi aspetti, non brilla per inventiva.

Ma se in questa fase la trama si fa prevedibile è nella terza e ultima parte che si riscatta scavando nel rapporto padre e figlia, nelle gelosie che l’arrivo di una nuova compagna può suscitare in un’adolescente, visceralmente legata a suo padre.

Sullo sfondo una Sorrento descritta con passione dall’autrice, insieme ai suoi colori e sapori, ai suoi paesaggi mozzafiato, alla cucina locale.

E proprio la cucina svolge un ruolo di tutto rispetto in questo romanzo ricco di buoni sentimenti (amicizia, amore, attaccamento alle proprie radici), nel quale il lieto fine è quasi d’obbligo.

Da leggere.


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