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Un romanzo che non mantiene le promesse iniziali

“Ci vediamo tra poco” è un romanzo breve caratterizzato da una prosa poetica che arriva al cuore. L’autore fa un uso molto generoso delle virgole prediligendo periodi privi di subordinate che conferiscono un ritmo estremamente vivace alla storia.

Descrive con rara sensibilità e delicatezza i moti dell’animo della protagonista, Alice, ragazza dall’infanzia difficile, segnata da un padre alcolista e violento. Riesce a immedesimarsi in maniera perfetta nelle emozioni e nei vuoti abissali di una piccola donna cresciuta senza riferimenti saldi, senza radici, precocemente esposta alla crudeltà della vita, come una casa non arredata, tristemente vuota, spoglia.

Con profondità innegabile, effettuando un ottimo lavoro di scavo psicologico, Tommaso Fusari osserva e riproduce gli effetti devastanti di sentimenti quali l’impotenza, la rabbia, la solitudine, la mancanza d’amore, il senso di colpa, capaci di stravolgere una vita.

Purtroppo, però, il romanzo, nonostante gli innegabili pregi, si conclude un po’ troppo frettolosamente. Il lieto fine arriva in maniera precipitosa e un po' scontata inserendo una nota stridente in questa storia toccante e ben scritta. Qualcuno potrebbe obiettare che si tratta di un sequel: è vero, ma questo elemento non cambia né il risultato né la valutazione finale.

In qualità di lettrice, avrei voluto sapere di più di Alice, della sua vita, magari senza rinunciare al lieto fine, ma semplicemente rimandandolo. Anche perché, ampliando la trama, inserendo nuovi personaggi e nuove vicende, l’autore sarebbe riuscito a scrivere un capolavoro. Ne sono convinta.

Le basi sono ottime, ma questa storia non convince fino in fondo. Il libro, partito più che bene, non mantiene le promesse iniziali, perdendosi per strada... e questo dispiace.


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