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"Solo un giorno capirai" di Marika Orazi

“Solo un giorno capirai” è un romanzo breve che ruota intorno a temi di spessore: l’ineluttabilità del destino, la malattia, la perdita. Protagonista l’amore, quello che unisce due anime gemelle.


Dopo un incipit un po' laborioso, col quale l’autrice indirettamente dimostra la sua foga di comunicare al lettore i contenuti dell’opera, il romanzo prosegue in maniera non particolarmente brillante, un po’ sdolcinata, con frasi da Baci Perugina. Eppure… vi invito a non lasciarvi fuorviare dalle apparenze.

Se mi fossi fermata alla prima impressione, infatti, avrei probabilmente accantonato questo libro che, invece, merita. Sì, perché Marika dà il meglio di sé come autrice nelle sue riflessioni sulla vita e sul dolore e, se si ha la pazienza di proseguire nella lettura, in certi passi, anche nella descrizione dell’amore, quello vero, profondo, eterno, che, come ammette lei stessa, è raro incontrare.

Tocca corde universali, questa scrittrice alla sua seconda prova letteraria dimostrando di essere dotata di una sensibilità estrema.

I dolori del mondo diventano i suoi propri per un misterioso processo d’osmosi che si svolge nelle delicate profondità della sua anima.

Appunto, anima. Ce n’è tanta in “Solo un giorno capirai” e c’è anche tanta vita. Negli slanci di altruismo della protagonista, Stella, per i poveri e i sofferenti dell’altra parte del mondo e nel frutto dell’amore fra la giovane donna e Stefano che permetterà al sentimento che li unisce di continuare a vivere su questa Terra, nonostante tutto. Nonostante il dolore. Nonostante gli imperscrutabili disegni del destino.

Il romanzo è scritto in terza persona e, dialoghi a parte, alla voce narrante viene dato ampio spazio. Spazio che si traduce, appunto, in accorate riflessioni sulla vita e in sapienti pennellate di poesia.

Una revisione più accurata avrebbe migliorato qua e là lo stile, evitato errori ortografici, eliminato alcune ripetizioni (la protagonista non fa che tessere le lodi della Capitale), frasi poco originali e un po’ banali, permettendo alla poeticità di certi passi di risplendere in maniera più marcata.

Commovente il post scriptum in chiusura d’opera, di cui non vi svelerò il contenuto. Sappiate solo, che, in base a quanto rivelato da Marika Orazi su questa storia, esisterebbe un forte legame fra certe sue vicende personali e la stesura del romanzo in oggetto. In che termini lascio a voi scoprirlo.

Per apprezzarlo fino in fondo, è fondamentale che lo leggiate con attenzione e sensibilità, con mente e cuore aperti.

Consigliato.

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