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Le descrizioni in un romanzo

Se, nel corso della stesura di un romanzo, dovete descrivere qualcosa, che si tratti di un oggetto o di un personaggio, per rendere più interessante la vostra descrizione, ricordatevi di utilizzare tutti e cinque i sensi o almeno il maggior numero di sensi possibile.

Agli esordienti, in genere si deve raccomandare di evitare le descrizioni banali e superflue. Ai lettori interesseranno ben poco le fasi di scelta dell’abito delle protagonista per una sua uscita galante o le azioni da lei compiute per rassettare casa.

Quando deciderete di descrivere qualcosa o qualcuno, per farlo in maniera non scontata, dovrete immergervi totalmente nella descrizione. Il lettore dovrà avere l’impressione di avere davanti sé ciò che state descrivendo, come se fosse presente alla scena.

Poniamo il caso che vogliate descrivere una stanza.

Cercate di utilizzare il maggior numero di sensi a vostra disposizione per descriverla.

Partiamo dal senso della vista: è grande o piccola? Buia o luminosa? Tinteggiata di recente o con i muri scrostati? Piena di mobili o semivuota? Lussuosa o modesta?

Olfatto: vi si respira un buon odore, sembra che sia stata pulita di recente? Oppure ci sono ragnatele, polvere o muffa? Il pavimento è rovinato e sporco? Appare ordinata o trasandata?

Udito: si tratta di una stanza rumorosa, che affaccia su una strada transitata? Oppure è così silenziosa che sembra di stare in un convento? Affaccia in una stradina interna poco frequentata?

Tatto: le superfici dei mobili sono lisce e uniformi o irregolari e tarlate?

Etc, etc.

A partire da queste domande e da altre analoghe, cercate di personalizzare al massimo la vostra descrizione, evitando che sia la fotocopia di mille altre lette in precedenza.

Ricordatelo bene: dovete distinguervi, per emergere.

La concorrenza è spietata e non concede sconti.


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