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"Figlia della nebbia" di Valeria de Luca


Dark Myst è di nuovo avvolta dalle tenebre. Dopo otto anni il Black Cemetery si è risvegliato. Le creature che lo popolano stanno scoperchiando le loro tombe, le loro lapidi, con unghia lunghe, affilate, nere del terriccio maledetto del cimitero graffiano le bare in cerca di carne e sangue umano. La regina del Black Cemetery, Audrey Ross, sta tornando sulla terra delle anime dannate e non è sola, ha un asso nella manica: la figlia della nebbia, Sveva, creatura nata dal dannato John Allen e dalla sua fidanzata dell'epoca, Mandy. Una ragazza da poco vive in città: è April Cole ed è destinata a mettere a dormire Audrey Ross e il suo seguito, ma la faccenda si fa difficile.

La congiunzione di Saturno e Plutone ha creato una sorta d'incantesimo sulla luna, che è diventata rossa; rossa come il sangue, sembra volerlo rovesciare giù come una pioggia infernale. April non è sola. Con sé ha un'insegnate che ha combattuto molte battaglie: Emily Noir, troppo anziana e troppo debole per uccidere i mostri che vogliono sprofondare Dark Myst nell’oblio, rendendo la città una città fantasma. April con i suoi poteri extrasensoriali, le sue visioni, le sue energie spirituali combatterà una guerra mistica, per far tornare la luce sugli abitanti di Dark Myst. Con lei ci sarà Axel, un guardiano delle dimensioni. Un ragazzo dal cuore di ghiaccio che pensa solo a far quadrare i conti tra le varie dimensioni.

April scoprirà che il suo cuore per la prima volta può battere anche per amore.

“Figlia della Nebbia” è un racconto horror, dallo stile fluido, nel quale l’autrice introduce il lettore in medias res, nel vivo della narrazione senza tanti preamboli. Pur trattandosi del sequel di “Black Cemetery”, la sua trama si sviluppa autonomamente. A mio avviso, l’autrice dà il meglio di sé nella descrizione dell’amicizia che lega Emily Noir ad April e raggiunge punte di lirismo in alcune descrizioni degli scenari della vicenda.

Il racconto è ascrivibile al genere paranormal fantasy con sfumature horror. Le vicende narrate sono fantasiose e il rimo narrativo serrato.

L’epilogo aperto si presta alla stesura di un altro sequel. Valeria De Luca, in qualità di autrice, ha il merito di interrompere astutamente la storia sul più bello alimentando la curiosità del lettore.

Purtroppo queste pagine danno l’impressione di essere state scritte frettolosamente. Una revisione più accurata avrebbe evitato errori e ripetizioni.

Nonostante questo, la trama è ben congegnata e crea un senso d’attesa nei confronti di ulteriori, futuri sviluppi.

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