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Recensione a "Un altro Orfeo" di Patrizia Palese


Innanzitutto una premessa, prima di passare alla valutazione vera e propria di quest'opera: “Un altro Orfeo” è un romanzo nel quale la figura del protagonista, Giulio, richiama alla mente, in più passi, quella di Zeno Cosini di sveviana memoria. Di lui ha la stessa inettitudine a vivere, la propensione a rimuginare, l’incapacità di scegliere.

Nella vita ha avuto la fortuna di incontrare il vero amore, ma non è capace di apprezzarlo fino in fondo e, davanti alla responsabilità dell’imminente matrimonio, cerca la scappatoia più facile.

In questo suo agire maldestro ricorda Carlo, protagonista de “L’Ultimo Bacio”, scritto e diretto da Gabriele Muccino. Non vi rivelerò il finale per non togliervi il gusto della lettura.

Di punti deboli in questo libro non ne ho trovati, se non il rimuginare costante del protagonista che non può essere considerato un difetto del romanzo dal momento che è parte integrante del personaggio. Sentimenti e ambientazioni vengono descritti con efficacia e nella Patrizia Palese romanziera si intravede qua e là la Patrizia Palese sceneggiatrice e autrice di testi teatrali che sa il fatto suo e non ha bisogno di presentazioni.

Notevole la compattezza stilistica che unita alla coerenza narrativa e a una buona padronanza della lingua italiana rendono questa opera di piacevolissima lettura.

Indirettamente “Un altro Orfeo” spinge il lettore a riflettere sulla eccessiva importanza attribuita in questa società alla sfera mentale, che crea personaggi nevrotici, cervellotici, incapaci di lasciarsi trasportare dal flusso della vita, affettivamente immaturi. Quanti di noi davanti a una scelta che sa di definitivo hanno avvertito l’impulso alla fuga? Perché non vivere questa vita momento per momento godendone a pieno anziché delegare agli altri le nostre scelte creandoci alternative realtà illusorie? In “Un altro Orfeo” il vero protagonista è l’animo umano con tutte le sue contraddizioni che, messo abilmente a nudo dall’autrice, rivela le sue debolezze più segrete. I contenuti di quest’opera hanno valore universale, toccano temi profondi, di spessore, come la ricerca di un senso di vita e l’importanza di scoprirsi artefici del proprio destino.

“Faber est suae quisque fortunae”.


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