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Recensione a "Il Vaso Di Bemberly", di Daniela Alibrandi

Il Vaso di Bemberly di Daniela Alibrandi è un romanzo edito da Giulio Perrone Editore che si distingue per compattezza stilistica e coerenza narrativa.

L’autrice, con rara sensibilità, è riuscita a realizzare un’opera che tocca le corde più intime dell’animo umano raccontando le vicende di una famiglia semplice e unita, povera ma dignitosa, che fa dell’affetto, della vicinanza emotiva il proprio punto di forza.

Commovente e adorabile la figura di nonna Adele, con i suoi strafalcioni e la sua genuina bontà d’animo, faro e roccia di una famiglia composta da lei e dai suoi due nipoti, orfani di madre.

La figlia di Adele, infatti, è morta quando loro erano piccolissimi, in un incidente stradale insieme al compagno, con il quale conduceva una vita sregolata.

A fare da sfondo alle vicende narrate da Daniela Alibrandi la crisi economica che rischia di costringere il giovane nipote Mirko a emigrare dal suo paesello in Romania dove verrà trasferita l’azienda per la quale lavora, le attività sull’orlo della chiusura, l’incertezza per il futuro.

Cruciale la figura del vaso di Bemberly, che dà il titolo al romanzo, incauto acquisto di Adele nel quale la donna ripone la speranza di scongiurare il trasferimento all’estero del nipote e a cui è legato un colpo di scena che ribalterà le sorti della famiglia intera sorprendendo il lettore.

All’autrice va riconosciuto, fra gli altri, il merito di aver creato dei personaggi ricchi di notevole spessore umano inserendoli in un tessuto narrativo frutto di un riuscitissimo connubio fra atmosfere reali ed elementi quasi fiabeschi (il piccolo borgo fuori dal mondo, la nonna di un'ingenuità disarmante, il lieto fine a sorpresa) conferendo al suo romanzo il tono di una bella favola moderna nella quale il bello e il buono trionfano.

Una storia, la sua, consigliatissima, che scalda il cuore.


CENNI BIOGRAFICI


Daniela Alibrandi è nata a Roma e ha vissuto tra l’Italia e gli Stati Uniti. Si è occupata di relazioni internazionali e di scambi culturali con l’estero, nell’ambito dell’Unione Europea e del Consiglio d’Europa. Tra i suoi romanzi, Nessun segno sulla neve (Premio Circe 2013) e Un’ombra sul Fiume Merrimack (Novel Writing 2012), entrambi tradotti nell’edizione inglese e in catalogo presso la Italian & European Bookshop di Londra. Nel 2012 è stato pubblicato Il bimbo di Rachele e nel 2014 è uscito La fontana delle rane (Premio Perseide 2014). Nel 2016 Una morte sola non basta è stato pubblicato da Del Vecchio Editore e viene già definito dai critici un grande romanzo neorealista. La scrittrice è stata insignita di numerosi premi letterari. Tra questi Il Volo di Pègaso 2010, La Città e Il Mare 2011, il Memorial Miriam Sermoneta e Mani in Volo 2014. È rientrata, inoltre, tra i finalisti del concorso nazionale La Memoria.

I suoi racconti, pubblicati in diverse antologie e riviste sono ora raccolti nella pubblicazione I Doni della Mente, disponibile nell’edizione inglese Echoes Of The Soul. Con Il vaso di Bemberly l’autrice è al suo sesto romanzo.

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