Recensione a "La tua misura esteriore" di Giuseppe Lastaria
Pietro Patrizi è un imprenditore di successo, che negli anni ha saputo costruire un vasto impero finanziario unitamente ad una solida vita affettiva. Eppure, proprio quando la sua parabola esistenziale sembra toccare il vertice più alto, una serie di vicende apparentemente di poca importanza - la lettura di un libro, un lapsus, l’incontro con una vecchia amica - incatenano la sua mente ad un inconfessabile ricordo, destinato a cambiare per sempre il suo destino. E, forse, quello di un intero Paese. Spetterà al commissario Serravalle il compito di provare a far luce su un’indagine decisamente fuori dagli schemi.
Prefazione di Andrea G. Pinketts. Postfazione di Luciano De Crescenzo.
Punti di forza dell'opera: il libro è decisamente ben scritto. Non un refuso, non un errore grammaticale. I periodi sono magistralmente strutturati, lo stile scorrevole. Si legge tutto d'un fiato e, dopo un inizio un po' lento e asettico, la storia prende corpo e anche il protagonista maschile troppo perfetto e algido, acquista uno spessore emotivo. La struttura è originale: è diviso in tre parti, le prime due dedicate rispettivamente al protagonista maschile e a quello femminile mentre la terza ospita il caso vero e proprio che verrà brillantemente risolto dal commissario Serravalle. L'autore inizialmente si rivolge a Pietro Patrizi usando il tu, poi la narrazione viene condotta come se fossero prima il protagonista maschile e poi quello femminile a parlare, mentre nella terza parte si adotta la terza persona singolare, riferita al commissario Serravalle. Questo espediente dona originalità alla narrazione e, a mio avviso, serve a movimentarla. Infine, contenuti sono di tutto rispetto: vi si parla del prezzo del potere e di esistenze che non si svolgono mai pienamente come se la loro stessa condizione fosse quella di restare sospese in attesa di una svolta che dia loro un assetto più definito, condizione più diffusa di quanto non si pensi fra i quarantenni attuali.
Punti di debolezza: l'autore non me ne voglia, se la sua opera mi è sembrata un po' troppo impersonale. Asettica appunto, salvo qualche passo più coinvolgente sotto il profilo emotivo. D'accordo si tratta di un giallo, ma pur sempre a sfondo psicologico e il lavoro di scavo nei personaggi sembra condotto con la perizia e la freddezza di un chirurgo. Tanta abile accuratezza può destare ammirazione in chi legge, ma non partecipazione emotiva, il che è un vero peccato.
L'autore
Giuseppe Lastaria è nato a Roma nel 1976. Dopo aver collaborato con numerose riviste italiane, pubblicando oltre trecento articoli su temi di attualità, musica e spettacolo, dal 2002 lavora in ambito editoriale. L'ultima casa editrice da lui fondata porta il suo cognome, la Lastaria Edizioni, ed è specializzata nella pubblicazione di bestseller internazionali.