Intervista a Valentina Bellettini sul suo fantasy "Eleinda"
1) Il tuo libro è ricco di insegnamenti, Valentina. In particolar modo, mi ha colpito una frase che recita così: "Fuori non c'è luce, ma non permettere al male di soffocare quello che c'è in te". Vuoi commentarla?
Questa frase è un mantra che mi ripeto spesso quando sono triste, quando vedo che comincio a entrare in quel vortice oscuro che annega tutte le speranze; pur cadendo giù, ho sempre un pensiero positivo che mi rende possibile la risalita. In effetti, è una frase che mi rispecchia molto. Ho deciso d'inserirla perché potesse essere un pensiero, mi azzardo a dire “filosofia di vita”, utile anche agli altri, e se consideriamo gli avvenimenti di questi ultimi giorni, sono un esempio perfetto: i media esercitano un terrorismo psicologico costante, senza tregua. Che si tratti del telegiornale o dei quotidiani siamo circondati da fatti di cronaca nera, disastri mondiali ambientali, atti di terrosimo, crisi economiche... ci mostrano una visione fin troppo oscura di quella che è la nostra realtà. Per questo spengo la TV, seleziono gli articoli da leggere e vivo le mie giornate tenendo ben presente i sogni e gli obiettivi che mi sono prefissata. E mi circondo d'amore, che come dice una celebre canzone: l'amore è la risposta. Sempre. Queste considerazioni sono un po' l'essenza di “Eleinda”: la denuncia ai mass media, e la salvezza della Terra che si ripone nell'amore, in questo caso, nel legame tra due esseri completamente diversi capaci di guardare oltre le apparenze, senza usare gli occhi, ma il cuore.
2) I protagonisti della tua storia sono un drago, Indaco, e una ragazza, Eleonora. Il titolo del tuo libro, "Eleinda", è il risultato della fusione dei loro nomi. Li unisce un forte amore spirituale e sono essi stessi simbolo di nobiltà d'animo e di eroismo. Come hanno preso forma nella tua fantasia? Da cosa hai tratto spunto per creare questi due personaggi?
C'è un episodio a cui accenno nel libro che in realtà è preso proprio dalla mia vita: racconto di Eleonora quando aveva un piccolo inseparabile nella sua casa a Verona, e lei dice che col tempo aveva legato così tanto con quella creatura che le sembrava di capire tutto (o quasi) quello che l'animale intendesse comunicarle. Ecco, io avevo un'inseparabile di nome Luce e abbiamo vissuto, nella sua breve vita, un rapporto platonico, poiché lei non era di quei pappagallini ammaestrati, quindi sì, la facevo uscire dalla gabbia, ma lei non mi si arrampicava addosso; volava per casa, esplorava nei vasi... la lasciavo libera, insomma. Quando la guardavo nei suoi piccoli occhi neri, mi ci perdevo: la fissavo e mi sembrava che tra i nostri sguardi intercorresse qualcosa di più profondo oltre le apparenze... inoltre le avevo insegnato dei comandi che lei eseguiva prontamente, tipo “capriola”, “vieni qua”, e quando vedi che un animale che non parla la tua stessa lingua ti capisce comunque e reagisce di conseguenza è di una soddisfazione unica. Non mi sono più di tanto stupita quando ho letto, di recente, che tra gli animali e l'uomo, attraverso lo sguardo, si rilascia una sostanza che la possiamo paragonare all'amore incondizionato e alla gioia di un neonato quando vede il genitore. Quindi il legame empatico tra il drago Indaco ed Eleonora deriva da questa mia piccola esperienza. Da tre anni a questa parte ho un cane che vive in casa con me: ho trovato Indaco in lei! Sta male quando sto male io, riflette il mio stato d'animo ma al tempo stesso mi provoca, come per stimolarmi a reagire... La figura del drago, comunque, è nata perché ho una passione innata per queste creature: mi affascina la mitologia in generale, ma i draghi sono tra tutte, le creature più saggie, austere,
potenti, coraggiose... hannno diversi poteri e hanno le ali! Mi piacerebbe avere un drago!
3) Eleonora vivendo in simbiosi con Indaco e accompagnandolo nella ricerca delle sue origini adempie a un compito ben preciso. Vuoi parlarcene?
Bella domanda! In “Eleinda” convivono un romanzo di formazione e un romanzo che con le sue metafore riflette una visione che si estende alla nostra realtà. Il percorso di formazione riguarda sia Eleonora sia Indaco. Quest'ultimo, essendo un drago creato in laboratorio non è come quelli di cui si narra nelle leggende: non ha poteri, il che lo rende vulnerabile e debole rispetto agli altri, perciò, lui ed Eleonora evolveranno insieme, non solo nelle capacità fisiche ma anche in quelle emotive; affrontando diverse prove impareranno che dalla loro piccola lotta per la sopravvivenza (i due sono infatti costantemente braccati dagli scienziati della European Technology) dipendono le sorti dell'umanità, perché le idee dello scienziato dottor Brandi potrebbero portare a conseguenze catastrofiche: Indaco non è il suo unico esperimento, e come lo scienziato dice spesso, lui è quello mal riuscito. Come scritto nel prologo, il dottor Brandi ritiene d'avere la chiave per la svolta dell'umanità, quella che noi comunemente chiamiamo “apocalisse”... sinceramente preferisco fermarmi qui per evitare anticipazioni! Dico solo che l'apocalisse crisitana prevede l'arrivo di un drago a sette teste, e nella mia fantasia, l'apocalisse s'intreccia con la profezia del regno dei draghi. A questo punto: ogni parola in più è un'anticipazione! Mi fermo qui.
4) Il racconto è ambientato in un'epoca lontana dalla nostra, nella quale la società è frutto dell'omologazione più assoluta e il rapporto fra uomo e natura è completamente compromesso. Aspetti questi che stanno diventando sempre più allarmanti anche nella società attuale. Eleonora si muove in un ambiente a lei estraneo: è decisamente una ragazza controcorrente. Quanto c'è di te in lei?
Tutto! O meglio, quella che ero fino a qualche anno fa: nell'adolescenza e da ragazza quando dovevo rapportarmi con i miei compagni di scuola e i professori, dai venti ai ventisei anni quando mi sentivo un piccolo ingranaggio schiavo del sistema. Mi sono sempre ribellata, ma col pensiero, con le idee, senza fare rumore, senza pestare piedi... per questo apparivo come una che, siccoma stava zitta, allora le andava bene tutto. In realtà non vedevo l'ora di essere libera e indipendente; uscire dall'ambiente scolastico, lavorare in proprio nell'azienda di famiglia. In passato mi sentivo fuori posto, fuori dal tempo se guardavo le persone intorno a me. Mi considero piuttosto tecnologica, ma come Eleonora ho posto dei limiti perché non voglio dipendere da questi strumenti. Quando al pomeriggio sto un po' troppe ore davanti al computer, approfitto della mia cagnolina per uscire a farci lunghe passeggiate. Sono tendenzialmente solitaria, e il silenzio, o meglio, i rumori della natura, sono per me sinonimi di pace e tranquillità. Mi rigenero. Per questo adoro il mio lavoro, quello dei mercati in piazza, perché anche se molti lo ritengono un lavoro pesante perché ci si alza presto la mattina e si subiscono le varie temperature al massimo, per me è stimolante, e al tempo stesso mi da l'apertura mentale necessaria a pensare a un nuovo libro! I mercati mi stanno così a cuore che gli ho dedicato un intero capitolo in “Eleinda”. C'è anche qualche riferimento al tempo atmosferico, perché nel mio
lavoro mi capita spesso di sentire gli altri ambulanti lamentarsi, come se fosse giusto pretendere che il tempo faccia come vogliamo noi! Allora in “Eleinda” ho creato “le perfette previsioni del tempo”, a titolo provocatorio. Sembra che sia nella natura dell'essere umano quella di avere il controllo su tutto... Devo dire, comunque, che c'è anche un po' dell'antagonista dottor Brandi, in me: è un po' il mio lato oscuro, ed essendo uno scienziato che sperimenta e crea siamo simili, visto che anch'io creo e sperimento attraverso la scrittura!
5) Il tuo romanzo è pieno di riferimenti storici, mitologici e geografici: sono frutto di approfondimenti e/o studi condotti individualmente?
Sì, mi sono documentata come autodidatta. Sono una persona curiosa! Riguardo le località, tra le mete del viaggio di Indaco ed Eleonora ci sono anche dei luoghi che ho visitato in prima persona, tipo il Colosseo a Roma, le terme di Saturnia, il relitto a Capo Verde, i siti archeologici del Messico... Conducevo le mie ricerche sulle leggende dei draghi e intanto organizzavo le tappe del viaggio di Indaco ed Eleonora tenendo presente i luoghi che, a seguito delle mie visite, desideravo omaggiare. E' seguendo le leggende dei draghi che i due tentano di scoprire le origini e i poteri perduti di Indaco, e di leggende sui draghi ce ne sono in tutto il mondo! Devo dire però che non tutte le creature che ho inserito sono prettamente dei draghi: ad esempio, il “serpente piumato” in Messico e la divinità egizia Apopi sono identificati come serpenti o mostri simili ad essi; è nel mio immaginario che li ho visti come draghi. Comunque, trattandosi di leggende, non riportano la verità al 100%, quindi mi sono sentita libera di giocarci sopra!
6) Nel tuo libro assume particolare importanza il tema della modificazione genetica, degli esperimenti condotti in laboratorio, alterando o addirittura sconvolgendo le leggi della natura, nella pretesa assurda dell'uomo di sostituirsi a Chi ha creato la vita. Vuoi parlarcene, sottolineando il tuo punto di vista in merito?
Il mio punto di vista rispecchia quello di Eleonora: penso che ci siano dei limiti che non bisogna valicare, ad esempio, generare una vita scegliendo tutte le caratteristiche fisiche a priori. Nel libro tratto anche la clonazione, e a tal proposito confesso che non sarei capace di trattare diversamente degli esseri creati in laboratorio; mi comporterei esattamente come Eleonora che pur avendo una sua precisa etica non può fare a meno di affezionarsi a Indaco e amarlo così com'è. La mia visione romantica mi porta a credere che ci sia un'anima in ogni cosa, e appunto per questo certi passi “azzardati” mossi dalla scienza mi fanno paura. Mi chiedo fino a che punto sia giusto spingersi... con “Eleinda” metto tutto questo in discussione.
7) Al termine del libro si accenna a un seguito delle vicende narrate in "Eleinda". Ci stai già lavorando?
In realtà io e l'editor lo stiamo già editando! Dovrebbe uscire tra gennaio-febbraio 2016. Eleonora e Indaco continuano a seguire le leggende per riunire le creature rimaste in un nuovo regno dei draghi. Nel frattempo, il dottor Brandi non ha smesso di pensare a una
strategia per riprendersi Indaco: il suo ultimo esperimento è un'idea bizzarra, ossia trasformarlo in un essere umano! In questo modo il drago sarà nuovamente vulnerabile e mortale... Il titolo del libro è “Eleinda 2 – La formula dell'immortalità” perché, diciamolo, il dottor Brandi aspirava a questo fin dall'inizio. Una delle novità di questo secondo volume è che seguiremo molto più da vicino le vicende di Alessandro; l'amico di Eleonora conoscerà una dragonessa con cui instaurerà un legame. Al tempo stesso, il legame tra lui ed Eleonora è come un elastico fatto di allontanamenti e riavvicinamenti: il rapporto con un drago è esclusivo e disarmante per gli esseri umani, e se Indaco diventasse umano, come si sentirebbe Eleonora? Nel frattempo è uscito anche il racconto prequel della serie: “Eleinda Prequel- La vita prima della leggenda” e lo sto distribuendo gratuitamente in formato ebook tramite l'iscrizione alla Newsletter di Eleinda Books; trovate il modulo per l'inserimento della vostra e-mail nel sito di Eleinda http://valentinabellettini.wix.com/eleinda. Iscrivendovi sarete aggiornati sui prossimi volumi e leggerete estratti in anteprima!