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"Le notti perdute" di Lucia Urzino




“Le notti perdute” di Lucia Urzino è un romanzo che si divora nonostante le sue duecento ottantotto pagine.

Fra i punti forti di quest’opera, un ritmo narrativo vivace, risultato di frasi brevi e spesso prive di subordinate. Uno stile brillante e una buona dose di ironia fanno il resto.

La narrazione è condotta tutta in prima persona.

Iames, il protagonista, riesce a coinvolgere sin da subito il lettore trascinandolo nelle sue giornate fuori dal mondo, nei suoi tic, nelle sue manie, nella sua ricerca esasperata di perfezione che cela una moltitudine di paure, prima fra tutte quella della morte.

Il ragazzo è orfano e dopo due lutti molto pesanti si è rinchiuso in casa per ben sette anni abbandonandosi alla solitudine, autoescludendosi dalla vita.

Nella sua estrema vulnerabilità suscita un'enorme tenerezza. Lo si vorrebbe incoraggiare, dirgli che il mondo non è poi così terribile, perché nonostante le brutture, qualche volto amico e l’amore possono lenire più di una ferita.

Mano a mano che la narrazione prosegue è con trepidazione che si assiste alla rinascita di questo ragazzo che torna a misurarsi con la vita accettando un lavoro che forse non è il massimo per lui, ma in tempi di crisi è almeno qualcosa e gli consente di mantenersi e di relazionarsi con gli altri.

Lo seguiamo con simpatia nelle sue dissavventure quotidiane. Diventiamo complici delle sue sfuriate, dei suoi cali d’umore, dell’euforia dettata dall’inserimento nel mondo del lavoro o da un nuovo amore. Lo sentiamo amico e un po’ vicino al nostro cuore: per alcuni di noi potrebbe essere il fratello un po’ scapestrato, per altri un figlio bisognoso di rassicurazioni, per altri ancora un amico in crisi che abbiamo incontrato lungo il nostro percorso.

Sicuramente quello di Iames è un personaggio che non lascia indifferenti. Che si ricorda, che rimane nel cuore. In questo senso l’autrice è stata bravissima nel dargli corpo e anima e altrettanto abile nel descrivere la condizione giovanile, le sue incertezze riguardo al futuro, l’aspirazione a qualcosa di grande e la fatica ma anche la forza di misurarsi con una realtà spesso prosaica ma anche capace di riservare sorprese inaspettate.

Lottando e confrontandosi con gli altri e con le difficoltà della vita, pagina dopo pagina, Iames cresce e si rafforza imparando che per vivere non è indispensabile essere perfetti, ma è sufficiente tornare ad amare senza paure godendo giorno per giorno del buono che la vita può offrirci se la lasciamo fare.

Da leggere.


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