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Gli errori più diffusi



In un libro, che conta svariate pagine, qualche svista è ammissibile, tanto più che fra le case editrici, soprattutto piccole, è invalso l’uso di simulare revisioni inesistenti. Gli editori spesso pubblicano il manoscritto così come l’hanno ricevuto e non certo perché sia perfetto, ragion per cui certi scritti sono cimiteri di errori, di frequente dello stesso tipo. In tal caso, l’autore non può certo giustificarsi nascondendosi dietro l’alibi della distrazione. “Errare humanum est, perseverare autem diabolicum”. Quali sono gli errori più diffusi? Vi segnalerò quelli ricorrenti, in base alla mia esperienza di correttrice di bozze: 1) qual è al posto di qual è; 2) un’ davanti ai sostantivi maschili o agli aggettivi maschili che iniziano per vocale: un’amore, un’illustre medico; 3) la preposizione “a” preceduta dalla consonante h. Esempio: vado ha casa; 4) la terza persona singolare del verbo avere priva di h.

Esempio: Mario a una casa stupenda; 5) la seconda persona singolare dell’imperativo senza apostrofo o con l’accento. Esempio: fa la cosa giusta o fà la cosa giusta (entrambe errate), al posto di fa’ (forma corretta); 6) scienza (e derivati) e coscienza senza i: scenza, fantascenza, coscenza; 7) il plurale di cia o gia scritto senza i: ciliege, camice. La i ci vuole se la sillaba finale cia e gia è preceduta da vocale. Invece la i non ci vuole quando la sillaba finale cia e gia è preceduta da consonante. Esempio: quercia al plurale diventa querce e non quercie; 8) il complemento di termine riferito a un nome femminile non è “gli” ma “le”. “Chiama Marina e digli” è sbagliato. La forma correttà è la seguente: Chiama Marina e dille; 9) l’articolo davanti ai nomi di persona. Esempi: la Roberta, il Gianni; 10) la d eufonica in genere si usa quando la parola successiva comincia con la stessa vocale della preposizione, ma spesso per errore viene utilizzata davanti a vocali diverse. Esempio: saluti ed auguri. A questa regola ci sono le dovute eccezioni: -L’impiego della d con “o” o con “e”, se dopo la “o” o la “e” c’è nuovamente la d. Esempi: edizioni ed editori; suoni od odori sono forme errate; -Nelle espressioni ormai entrate nell’uso corrente, la d è ammessa anche davanti a parole comincianti per vocali diverse come: ad ogni, ad eccezione, ad esempio, ad essi; 11) “Piuttosto che” usato al posto di “oppure” ed “e”. Esempi: Mangia il pane piuttosto che la pasta. Ho preso le chiavi piuttosto che l’ombrello. “Piuttosto che” indica preferenza e in qualità d’avverbio va usato solo nelle frasi che esprimono preferenza. Esempio: Amo scrivere piuttosto che fare ginnastica; 12) la terza persona singolare del verbo essere senza accento. Esempio: Giocare e bello; 13) perché e affinché con l’accento sbagliato. Esempi: perchè, affinchè; 14) la e maiuscola con l’apostrofo anziché con l’accento. Esempio: E’.


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