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Recensione a "Una scintilla nell'oscurità" di Emanuela Riva


Leggendo "Una scintilla nell'oscurità" di Emanuela Riva, quando è saltato fuori che il protagonista maschile, Adam, era un vampiro, sono rimasta perplessa e anche un po' delusa.

Sì, perché nessun elemento, fino ad allora, lo aveva fatto sospettare e perché le storie infarcite di amori fra vampiri sanguinari e innocenti fanciulle non sono esattamente le mie predilette. Oltretutto mi domando come un'innocente fanciulla possa amare profondamente un vampiro capace di seminare morte, anche solo così, per il gusto di farlo, dato che al di là della sua natura, appare dotato anche di libero arbitrio. Qualche shortino di troppo? Quando poi, a un certo punto della narrazione, la protagonista femminile, Emma Sullivan, scopre di essere - ho capito bene? - "il sangue di Gesù", l'ho trovato decisamente un po' blasfemo e di cattivo gusto. Niente da ridire per il resto sulle sue capacità taumaturgiche, sul perfetto dominio esercitato nei confronti delle forze della natura, sul suo elevatissimo grado di empatia, tutte, indistintamente, doti delle quali non la legittima proprietaria non sospettava nemmeno l'esistenza, che scoprirà di avere solo quando le verrà rivelato, elemento anche questo che mi ha lasciata un po' dubbiosa, ma tant'è.

Perché ho scelto di proseguire nella lettura, nonostante le suddette perplessità? Perché Emanuela Riva ha dalla sua proprietà di linguaggio, una prosa scorrevole, la capacità di tessere una trama fitta di intrecci, dando vita a una pluralità di personaggi. Sa, inoltre, creare una certa suspance, interrompendo la narrazione sul più bello. In più, le va riconosciuto che il finale del suo libro, un urban fantasy romance, non è prevedibile e, quindi, se volete passare qualche ora estraniandovi dal mondo reale e immergendovi in un intreccio di vicende capace di lasciarvi col fiato sospeso quanto basta, leggetelo. Sono due le citazioni che voglio riportarne e che racchiudono considerazioni sulla vita e sull'amore, scontate, ma inconfutabilmente vere: crescendo, entrando in contatto con la realtà e le sue asprezze, si rischia di perdere per strada i propri sogni; l'amore autentico non ha mezze misure, spinge chi lo prova a rischiare il tutto per tutto, mettendo anche, se necessario, a repentaglio la propria stessa incolumità.

"Erano successe moltissime cose spiacevoli. La morte di mamma e papà, l'incidente al padre di Miriam, la separazione in casa dei genitori di Alex, il licenziamento di Jason al centro massaggi dopo che avevano scoperto che si faceva la moglie del titolare e i vari pettegolezzi sui presunti tradimenti di entrambi i genitori di Vincenzo. Nessuno di noi si era scoraggiato ed eravamo rimasti sempre uniti. Ognuno di noi stava cambiando poco a poco con gli anni e stavamo perdendo di vista i nostri sogni, le nostre speranze, forse un po' troppo cresciuti per crederci ancora."


«(...)È stata una mia scelta rischiare la vita per farti ritornare dall'oscurità e lo rifarei altre mille volte senza esitare perché ti amo!»


(Da "Una scintilla nell'oscurità" di Emanuela Riva).

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